La protesi Toronto Bridge prende il nome dalla città in cui fu presentata negli anni 80 dallo svedese Dr Branemark. Fu creata per rispondere alle esigenze di coloro che presentavano edentulia completa, cioè mancanza di molti denti.
Cos’è la protesi Toronto Bridge
Si chiama ponte perché è effettivamente una protesi fissa a ponte che può sostituire fino a 14 denti di fila. Viene fissata a degli impianti in titanio precedentemente installati nell’osso mandibolare o mascellare. Spesso è caratterizzata dalla presenza di una riproduzione della gengiva , che permette di camuffare la retrocessione gengivale, tipica di chi non ha i denti da molto tempo.
Tutti possono usufruire della protesi Toronto Bridge?
In linea di massima si. Possono usufruirne anche diabetici, cardiopatici, coloro che soffrono di osteoporosi e anche chi ha osso mascellare insufficiente, tramite impianti dentali più corti o interventi di innesto d’osso e di interventi di altro tipo.
Niente paura, la zona è completamente anestetizzata durante l’intervento, quindi anche ansia ed età non rappresentano più un problema. Inoltre l’intervento è rapido e poco invasivo, la protesi è fissa e salda e l’investimento economico contenuto.
Quali sono gli svantaggi della Toronto Bridge e le sue alternative?
La Toronto può essere un’ottima alternativa al classico ponte circolare su impianti, che prevede l’utilizzo di tecniche diverse e materiali protesici differenti, che lo rendono più costoso. L’altra alternativa è l’overdenture su impianti a barra o con testa sferica: si tratta di una protesi meno costosa della Toronto Bridge, che risolve anche il problema igiene, in quanto è removibile durante la pulizia, poi viene nuovamente agganciata agli impianti che appunto possono essere a barra o a testa sferica. Più stabile di una dentiera, meno costosa di quella fissa.
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