Uno dei principali problemi, causa di gengiviti e parodontiti, è certamente il tartaro.
Cos’è il tartaro e come si forma?
Il tartaro non è altro che un deposito di placca batterica che, a contatto con i sali di calcio presenti nella saliva, si indurisce (calcifica) tra i denti a ridosso delle gengive.
Può essere infatti sottogengivale, quindi depositato a fondo, e contribuisce alla formazione delle tasche parodontali oltre a dare alitosi.
Oppure è sopragengivale, in dosi elevate anche ben visibile ad occhio nudo come incrostazioni bianche o gialle che possono arrivare a diventare nere.
L’accumulo di tartaro può ovviamente portare alla formazione di carie, perché i batteri che le causano trovano nel tartaro un ambiente ideale per riprodursi.
Si può prevenire la formazione del tartaro?
Ovviamente si, e l’unico modo è avere una costante e accurata igiene orale con i magnifici 4: spazzolino, dentifricio, filo interdentale e colluttorio. In alcuni casi può essere utile utilizzare anche gli idropulsori, per raggiungere zone della bocca in cui lo spazzolino arriva con difficoltà,
Anche eliminare le cattive abitudini come: fumo, bevande zuccherate, eccessivo consumo di dolci può aiutare, oltre a bere molto durante i pasti.
Come eliminare gli accumuli di tartaro?
L’eliminazione del tartaro si chiama ablazione o detartrasi e consiste nell’eliminazione meccanica del tartaro sopragengivale e sottogengivale con appositi strumenti odontoiatrici. Questi strumenti possono essere meccanici o avanzati, come quelli ad ultrasuoni, che sbriciolano il tartaro senza danneggiare la superficie dentale. Questa operazione può portare a piccoli sanguinamenti se il tartaro si è insinuato nelle tasche gengivali e a seguito il paziente può riscontrare maggior sensibilità perché la presenza del tartaro creava una barriera dalla temperatura.
Solo l’igienista dentale e l’odontoiatra possono effettuare l’ablazione del tartaro.
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